Il ginseng va forte sul mercato, ma attenzione al contenuto.
Il DNA barcoding contro l’adulterazione.
Il ginseng è considerato da millenni un rimedio naturale popolare in Asia (Panax ginseng) ed è diventato una vera fonte di profitto in Canada e Stati Uniti (Panax quinquefolius).
Le origini del termine ci dicono molto sulla forte e duratura relazione tra questa pianta e l’uomo. Il termine “Panax” ha origine greca, da παν ἀκέια (pan=tutto, akèia=rimedio), ossia rimedio per tutti i mali, da cui deriva la parola latina “panacea”, mentre “Ginseng”, in lingua cinese, significa “Pianta dell’uomo”.
Il ginseng vanta diverse specie, le più diffuse tra queste sono il Ginseng cinese (Panax ginseng) e il Ginseng americano (Panax quinquefolius). Alla lista, si aggiungono il Ginseng giapponese (Panax japonicus) e il Ginseng vietnamita (Panax vietnamensis).
Molti sono gli effetti benefici attribuiti a questa pianta, come le proprietà anti-stress e antiaging e il miglioramento del sistema centrale e immunitario, mentre le controindicazioni e le avvertenze sui dosaggi scarseggiano anche a livello scientifico.
Il grande prestigio attribuito al ginseng favorisce una forte richiesta da parte dei consumatori e dunque del mercato, che si arricchisce di innumerevoli proposte.
Il crescente aumento della domanda tuttavia può portare ad un aumento degli errori, più o meno volontari, all’interno della filiera produttiva, come l’adulterazione (aggiunta ad un prodotto di un’altra sostanza, per modificarne o mascherarne alcune caratteristiche) o la sostituzione. Questo può comportare errori in etichettatura, danni economici ed influire sulla qualità del prodotto venduto. Ad esempio, il Ginseng cinese può essere scambiato per Ginseng americano e viceversa, ma sono stati rilevati anche altri adulteranti come Platycodon grandiflorus (Campanulaceae), Physochlaina infundibularis (Solanaceae) e Phytolacca acinosa (Phytolaccaceae).
L’analisi genetica per preservare la purezza
In soccorso a produttori e consumatori arriva l’analisi genetica.
La tecnica del DNA barcoding, nello specifico, permette di individuare il tratto genetico caratterizzante della specie. Il segmento di DNA è discriminante poiché tende a ripetersi in maniera molto simile tra tutti gli individui appartenenti alla medesima specie e, allo stesso tempo, a differenziarsi ampiamente tra specie differenti. Il DNA barcoding consente dunque di identificare e distinguere le diverse specie del genere Panax, individuando così i casi di possibili errori.
Questo tipo di analisi riconosce, inoltre, la presenza di adulterazione anche in caso di prodotti lavorati, come polveri, macinati, estratti, pillole, essiccati, granuli, grazie alla capacità del materiale genetico di preservarsi in condizioni fisiche diverse.
In questo modo, si garantisce l’autenticità e la qualità dei prodotti presenti sul mercato e si riduce la possibilità di errore e frode.