IL COVID-19 E LA RIVOLUZIONE DIGITALE IN ITALIA
La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto senza precedenti, rivoluzionando radicalmente e repentinamente, nel bene e nel male, le nostre abitudini di vita, sociali e lavorative.
Uno dei cambiamenti positivi imposti da questo periodo storico particolare è rappresentato dagli interventi di digitalizzazione richiesti alle aziende, uno sforzo che ha permesso di compiere un salto in avanti di quasi dieci anni in questo campo.
Il lavoro diventa “smart”
Una delle parole più utilizzate del 2020 è senza dubbio “smart working”. Il 97% delle grandi imprese, il 94% della pubblica amministrazione e il 58% delle PMI ha usufruito di questa modalità di lavoro, soprattutto nelle fasi più critiche dell’emergenza. In totale, un terzo dei lavoratori dipendenti italiani, 6,58 milioni di persone, ha utilizzato il lavoro agile; numeri inimmaginabili nel 2019 quando i lavoratori in smart working erano solamente 570 mila.
Tuttavia lo smart working ha anche richiesto un adeguamento tecnologico alle aziende. Il 69% delle grandi imprese ha dovuto provvedere ad aumentare la disponibilità di PC, il 65% ha incrementato i sistemi per accedere da remoto e il 45% ha implementato l’utilizzo di tool per videoconferenze per migliorare la comunicazione. Investimenti ingenti, impensabili prima di questa pandemia, che hanno però permesso alle aziende di innovarsi.
Aumenta anche il commercio on-line
Il non poter uscire di casa, se non per situazioni di necessità, lo smart working e la conseguente possibilità di poter ricevere le consegne presso la propria abitazione in qualsiasi momento hanno contribuito alla crescita dell’e-commerce nel 2020.
Nel 2019 solo il 44% degli italiani acquistava su internet, contro il 68% degli europei. Il lockdown ha però cambiato radicalmente le abitudini degli italiani, i dati Istat riportano un aumento tra il 35% e il 40% rispetto al 2019. Una forte crescita che ha interessato in particolar modo anche il settore dell’agroalimentare.
Per molte aziende inoltre i canali online sono stati l’unico strumento per portare avanti la propria attività. Tra aprile e ottobre 2020 sono state più di 3.600 le aziende che hanno aperto un nuovo canale di vendita online, facendo registrare una crescita del 15,5% rispetto al 2019.
Un grande balzo in avanti
Secondo il DESI (The Digital Economy and Society Index), l’indice che monitora le prestazioni digitali globali dell’Europa e traccia i progressi dei paesi dell’UE in termini di competitività digitale, l’Italia nel 2020 ha fatto un balzo in avanti, rimontando di 6 posizioni. Nel 2019 il nostro Paese si collocava al 24esimo posto fra i 28 Stati membri dell’UE ma con l’insorgere della pandemia e un miglioramento della digitalizzazione è stato possibile risalire fino al 19esimo posto.
Il 75% della popolazione adulta ha utilizzato Internet con regolarità e ha maturato la consapevolezza che i servizi digitali possono essere di grande aiuto per la vita quotidiana (come, ad esempio, per accedere a servizi della PA).
Il contesto sociale e lavorativo che il Coronavirus ci ha obbligato ad affrontare deve essere (ed è stato) preso come una opportunità imperdibile di crescita digitale e tecnologica per tutte le aziende. Basti pensare allo smart working, che permette di conciliare vita lavorativa e vita privata, migliorando così la qualità della vita stessa oltre alla qualità del lavoro aumentandone inoltre la produttività.
Le crisi ci permettono di evolvere e cambiare, migliorandoci sempre di più. Questa crisi ha messo in luce quanto la digitalizzazione sia importante e ha dato alle aziende una opportunità unica di rinnovare il proprio modello di business.
FONTI
https://www.ilsole24ore.com/art/covid-19-e-sfida-digitalizzazione-ultima-chiamata-l-italia-ADauBwg