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Novel food a base di insetti: una nuova sfida per le biotecnologie.

Dal 1° gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo il Regolamento EU 2015/2283 in materia di novel food. La lista aggiornata dei nuovi alimenti, pubblicata dalla commissione europea, ha introdotto, tra gli altri, anche gli alimenti a base di insetti. Questa notizia nel 2018 fece molto scalpore, sollevando dubbi e perplessità da parte dei consumatori.

Il consumo di cibi a base di insetto porta con sé molti aspetti positivi. Si tratta di alimenti ricchi di proteine e micronutrienti come ferro, zinco e calcio, inoltre l’allevamento di insetti risulta essere alquanto sostenibile, contribuendo così a limitare i danni sull’ambiente. Tuttavia sono ancora aperte questioni sulla tracciabilità, la qualità e la sicurezza degli insetti commestibili. I potenziali rischi legati al consumo di insetti sono legati all’uso di pesticidi, metalli pesanti, allergeni, tossine (micotossine e tossine batteriche).

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Dalla Nanjing Tech University un nuovo sistema di identificazione rapido del salmone dell’Atlantico.

Ad oggi le analisi genetiche sono lo strumento più idoneo e maggiormente diffuso per contrastare le frodi per sostituzione di specie nel settore ittico e verificare la qualità dei prodotti immessi sul mercato.

Queste  tecniche risultano molto efficaci in quanto sono in grado di identificare con certezza una determinata specie ittica, anche a seguito della lavorazione, o di distinguerla da altre morfologicamente simili. Tuttavia questa tipologia di analisi deve essere effettuata necessariamente presso un laboratorio dotato di macchinari idonei e di personale specializzato in grado di valutare, comprendere e interpretare i dati ottenuti.

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UN’ANALISI DEL DNA PER IDENTIFICARE LA CORRETTA SPECIE DI SGOMBRO, ANCHE IN PRODOTTI LAVORATI

È ormai quotidiano l’appuntamento con notizie che testimoniano sequestri e multe a discapito del mercato ittico nell’ambito dei controlli contro le frodi alimentari. Molte di queste sono proprio dovute alla errata, volontaria o meno, etichettatura dei prodotti.

Un’errata assegnazione di specie determina una fraudolenta comunicazione del prodotto, sia in termini nutrizionali e di qualità, sia in termini di provenienza geografica, sia in termini economici, sia in termini di sostenibilità.

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Il 27% dei prodotti erboristici nel mondo risulta adulterato, lo dice il DNA

L’utilizzo di prodotti erboristici in campo cosmetico e farmaceutico è una pratica sempre più diffusa ed apprezzata. Negli ultimi anni il mercato dei fitoterapici e quello della cosmesi naturale hanno subito un forte incremento. Il primo ha visto una crescita del 6,4% e vale oggi 2,5 miliardi, il 10% del fatturato del mercato farmaceutico, mentre il secondo copre più del 10% del mercato cosmetico italiano, con un valore di 1.050 milioni di euro (Cosmetica Italia Beauty report 2018) .

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Sicurezza e qualità in un piatto di insetti.

Il primo gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo (Regolamento 2015/2283) in tema di “Novel Food” che ha autorizzato l’allevamento di insetti per il consumo umano. 

Una novità che ha portato molto scalpore, sollevato dubbi e qualche nota di disgusto. Tuttavia, nonostante le perplessità, le proprietà nutritive degli insetti sono ormai riconosciute. Sono ricchi di nutrienti e antiossidanti ma soprattutto sono un’ottima fonte di proteine che in futuro sarà in grado di colmare il fabbisogno mondiale senza gravare sui cambiamenti climatici.

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Un dottorato industriale per affrontare i limiti del DNA barcoding

Negli ultimi anni le analisi genetiche si sono dimostrate un valido strumento di supporto in diversi ambiti.

In particolare lo sviluppo e il perfezionamento della metodologia del DNA barcoding ha permesso di introdurre sul mercato uno strumento capace di risolvere in modo rapido, sicuro ed economico alcune problematiche insorte nel settore erboristico e agroalimentare. Tuttavia questa tecnica ha dovuto scontrarsi anche con alcuni limiti che le hanno impedito di rispondere in modo esaustivo ad alcune specifiche richieste.  

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FEM2-AMBIENTE ALLA 2ª EDIZIONE DEL FOOD CHEMISTRY CONFERENCE

Si è conclusa la seconda edizione del Food Chemistry Conference: Shaping the Future of Food Quality, Safety, Nutrition and Health. Tre giornate dedicate alla ricerca, all’innovazione e al futuro del settore della salute e della sicurezza alimentare che hanno coinvolto ricercatori, enti governativi, fornitori e aziende produttrici. 

Quest’anno anche FEM2-Ambiente ha partecipato al convegno dove ha potuto presentare, nella giornata di mercoledì 18 settembre, il lavoro svolto in collaborazione con Barilla dedicato allo sviluppo di una nuova metodologia di analisi capace di rintracciare, in modo preciso, la presenza di allergeni della senape all’interno delle farine. Una nuova tecnica analitica, basata sull’utilizzo del DNA, capace di garantire la sicurezza dei prodotti alimentari e allo stesso tempo ridurre sprechi e danni economici.

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Individuare allergeni alimentari grazie al DNA. Il nuovo metodo sviluppato da Barilla e FEM2-Ambiente

Grazie alla collaborazione tra Barilla e FEM2-Ambiente è stata sviluppata una nuova metodologia di analisi capace di rintracciare in maniera rapida e precisa la presenza di allergeni all’interno dei prodotti alimentari ed individuare possibili contaminazioni lungo la filiera produttiva. La nuova tecnica si basa sull’analisi genetica e si pone a supporto delle procedure attualmente utilizzate per determinare la presenza di allergeni nei prodotti alimentari.

Nell’ambito della salute pubblica e della sicurezza alimentare allergie e intolleranze sono temi di grande interesse. I consumatori sono particolarmente sensibili a questi aspetti e ripongono molta attenzione a quello che acquistano.  Chi si occupa di ristorazione invece deve poter tutelare i clienti che manifestano particolari esigenze alimentati dando loro informazioni precise.

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Tracciare la filiera delle erbe officinali, dal campo allo scaffale, con l’aiuto del DNA.

Secondo i dati pubblicati da Persistence Market Reasearch, il mercato degli integratori alimentari vegetali negli ultimi anni sta subendo un forte incremento tanto che si stima che nel 2025 questo potrà valere circa 65 miliardi di dollari.

A influire positivamente sullo sviluppo di questo settore è senza dubbio l’adozione di uno stile di vita più sano da parte di un numero sempre maggiore di consumatori. Un cambiamento che si traduce nell’acquisto di prodotti di alta qualità e in una particolare attenzione verso le loro caratteristiche organolettiche.

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Identificazione d’origine: verso strumenti analitici per caratterizzare l’origine geografica

Definire l’origine geografica delle proprie produzioni è un aspetto molto sentito dai produttori del settore vitivinicolo. La caratterizzazione geografica è fondamentale sia per la protezione e la valorizzazione di questa tipologia di prodotti sia per garantire ai consumatori le corrette informazioni.

La rettifica della Commissione Ue sul regolamento sul vino sottolinea inoltre che l’indicazione d’origine dovrà corrispondere al luogo in cui le uve sono state raccolte e non il luogo dove avviene la trasformazione del vino.

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