Verificare la composizione e individuare contaminazioni in tisane e infusi grazie al DNA metabarcoding
Le proprietà terapeutiche delle piante officinali sono note all’uomo fin dall’antichità e riconosciute dalle diverse farmacopee. Al giorno d’oggi i benefici derivati da queste piante sono comunemente ricercati attraverso il consumo di integratori, infusi e tisane. Tuttavia un mercato in crescita, una filiera complessa e approvvigionamenti globali favoriscono l’aumento di frodi e adulterazioni nell’industria erboristica, con conseguenti danni economici e sulla salute.
Rilevare l’adulterazione e identificare le specie botaniche presenti nelle miscele erboristiche è fondamentale per garantire la sicurezza e i benefici attesi dai consumatori.
Gli attuali metodi di analisi
Attualmente sono disponibili diversi metodi analitici basati sulla caratterizzazione morfologica e chimica che consentono di identificare sostituzioni, adulterazioni e contaminazioni dei prodotti erboristici. Si tratta di metodologie indubbiamente utili ma che possono risultare poco efficaci a seguito della perdita delle caratteristiche morfologiche o in presenza di profili chimici condivisi tra specie di piante molto simili.
Queste problematiche possono essere superate dal DNA barcoding, una metodologia genetica che consente di riconoscere e confermare l’appartenenza di specie anche a seguito di lavorazioni poco intensive, come la macinazione, la polverizzazione o l’essiccazione e la conseguente perdita dei tratti distintivi. Questa metodologia risulta particolarmente efficace per l’identificazione di singole specie, ma non consente di individuare allo stesso tempo altri ingredienti di origine vegetale presenti in un campione, rilevando ma non identificando così anche eventuali contaminazioni e adulterazioni.
Lo studio condotto dai ricercatori di FEM2-Ambiente e dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca nasce con l’obiettivo di approfondire l’uso della tecnica del DNA metabarcoding nel mondo erboristico come strumento universale e sensibile per identificare tutte le specie contenute in prodotti commerciali a base di tisane e infusi.
Lo studio
Per testare la metodologie del DNA metabarcoding sono stati acquistati e sottoposti ad esame quindici tipologie di infusi e tisane. L’innovazione, rispetto alla gran parte dei lavori scientifici di questo livello, consiste nella lettura di due diverse regioni del DNA nella stessa analisi. Le informazioni ottenute dai due diversi marcatori genetici hanno permesso di identificare correttamente la composizione di tutti i campioni analizzati e, inoltre, hanno reso possibile rintracciare e identificare anche specie non riportate in etichetta. In tutti i casi, ad eccezione di un campione, sono stati rilevati contaminanti di specie erbacee infestanti comuni come: Cynodon dactylon, Helminthotheca echioides, Chenopodium album, Digitaria ciliaris e Lathyrus pratensis. La distribuzione di tali specie nei diversi campioni conferma inoltre che la contaminazione è avvenuta lungo la filiera dell’azienda produttrice e non durante il processo di analisi. L’esistenza di questo problema è stato evidenziato anche dal fatto che dall’analisi di due prodotti appartenenti alla stessa azienda produttrice è stata rilevata la presenza di Pimpinella anisum. Questa pianta viene però dichiarata in etichetta solo per uno dei prodotti testati, facendo presumere una contaminazione accidentale nell’altro caso.
Per questo motivo, l’analisi può essere un metodo efficace non solo per il controllo delle materie prime, ma anche per rintracciare eventuali contaminazioni che possono compromettere sia la qualità che la sicurezza alimentare.
Nello studio in questione si è anche cercato di indagare e quantificare la quantità di erbe officinali presente in campioni creati appositamente in laboratorio. Se da un punto di vista qualitativo è stata confermata l’efficienza del metodo analitico, dal punto di vista quantitativo la tecnica utilizzata risulta promettente, ma necessita di ulteriori approfondimenti.
In FEM2-Ambiente ci occupiamo ormai da diversi anni di analisi genetiche per il settore erboristico, grazie a questo studio abbiamo però ora a disposizione un nuovo strumento in grado di andare incontro, in modo ancora più accurato, alle esigenze dell’intera filiera produttiva.