FRODI ALIMENTARI: IL RAPPORTO ANNUALE DELL’ EU FOOD FRAUD NETWORK
Le frodi alimentari sono azioni intenzionali messe in atto con l’obiettivo di ottenere un guadagno economico. Queste consistono in una violazione delle normative e vanno ad intaccare la qualità e sicurezza del prodotto stesso, a spese del cliente o del consumatore finale.
Un caso, per essere considerato frode, deve quindi rispondere a 4 criteri:
- violazione delle norme
- inganno del cliente
- guadagno economico
- intenzionalità.
Non possono essere quindi considerati frodi alimentari gli atti di natura accidentale o gli errori involontari, i quali tuttavia potrebbero ugualmente avere un impatto negativo sulla sicurezza e/o sulla qualità dei prodotti e quindi sulla fiducia dell’acquirente.
Quali sono le tipologie di frodi alimentari?
Esistono diversi tipi di frode alimentare, vediamoli di seguito:
1) Errata etichettatura: consiste nell’inserimento in etichetta di informazioni fuorvianti per il cliente. Ad esempio filetti o tranci di pesce, difficilmente riconoscibili ad occhio nudo, appartenenti ad una specie poco pregiata possono essere etichettati con il nome di una specie di alto valore per ottenere un maggior ricavo economico. Un altro esempio è l’utilizzo improprio in etichetta del termine “Extravergine d’oliva”.
2) Sostituzione o adulterazione: in questi casi determinate specie vengono sostituite con altre. Un esempio è la sostituzione della carne bovina con l’alternativa più economica di carne di maiale o carne di cavallo. I casi più famosi di adulterazione riguardano invece lo zafferano o l’origano, miscelati con spezie erbe fiori e foglie di altre specie meno costose.
3) Trattamenti e / o processi non approvati: si tratta di alcuni interventi sul prodotto non approvati dalle normative. Ad esempio alcuni trattamenti chimici, non approvati, utilizzati per migliorare l’aspetto dei prodotti facendoli apparire di migliore qualità.
4) Documentazione: sono dovute alla documentazione falsificata o mancante e spesso porta problemi di tracciabilità.
5) Diritti di proprietà intellettuale: consistono nell’utilizzo improprio di nomi protetti da marchi, come ad esempio quelli di indicazioni di provenienza o di tipicità, su prodotti che non sono in possesso dei requisiti.
Quali sono i prodotti più soggetti a frodi?
L’UE Fraud Network, la rete europea nata nel 2013 (a seguito dello scandalo della carne equina), con l’obiettivo di facilitare lo scambio di informazioni e la cooperazione degli Stati membri in tema di violazioni della legislazione della catena agroalimentare dell’UE, ha pubblicato nel mese di aprile un rapporto relativo alle segnalazioni ricevute nel 2019.
Al primo posto tra i prodotti maggiormente frodati troviamo quelli appartenenti alla categoria “Grassi e Oli” tra i quali una porzione importante è occupata dalle segnalazioni riguardanti l’olio d’oliva.
Al secondo posto troviamo invece il “pesce e i prodotti derivati”, seguiti da “carne e prodotti derivati” e da “erbe e spezie”.
Un aiuto da parte delle biotecnologie
Se i trattamenti non approvati e la documentazione errata possono essere rilevati a seguito di analisi chimiche o controlli da parte degli organi giudiziari, diversi invece sono i casi di adulterazione, sostituzione e errata etichettatura, dove il riconoscimento dei prodotti diventa più difficile.
Oggi, grazie alle nuove tecnologie sviluppate dalla ricerca scientifica, è possibile verificare la presenza o l’assenza di una determinata specie o di contaminanti in un prodotto attraverso il DNA presente al suo interno.
Questo tipo di metodologie, in particolare il DNA barcoding, possono essere utilizzate non solo per l’identificazione di frodi ma anche per contrastare l’insorgere di errori involontari in filiere produttive complesse, offrendo maggiori garanzie e aumentando la fiducia della propria clientela assicurando e comunicando la qualità e la sicurezza dei propri prodotti.
La ricerca scientifica sta inoltre facendo grandi passi avanti in questo ambito attraverso lo sviluppo di metodologie di analisi rapide, di sistemi capaci di verificare contemporaneamente la presenza di diverse specie in prodotti miscelati e di strumenti in grado di identificare e verificare l’origine e le varietà tipiche di un territorio.
FEM2-Ambiente da anni lavora verso questa direzione per riuscire ad offrire a produttori e aziende analisi, sempre più efficaci e precise, utili a risolvere le problematiche di settore.