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Confronto tra metodologie di identificazione genetica: Il caso del surimi.

Il surimi è una preparazione costituita da una miscela di diverse specie di pesce al quale spesso vengono aggiunti altri ingredienti come molluschi, cefalopodi, glutammato, uova o carne di maiale. I prodotti derivati dal surimi sono commercializzati in varie forme, tra questi troviamo polpette, bastoncini, code di gambero e altro.

Il complesso processo di trasformazione del surimi e dei suoi derivati rende problematico il riconoscimento degli ingredienti contenuti, incrementando così il rischio di frodi o errori con conseguenti ripercussioni economiche o sulla salute dei consumatori. Questa situazione impedisce inoltre una gestione sostenibile delle risorse marine, facilitando il commercio di specie minacciate provenienti da attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.

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Specie in pericolo di estinzione tra i prodotti a base di pinne di squalo. L’identificazione grazie al DNA mini barcoding.

Nonostante l’aumento della consapevolezza sull’importanza della loro conservazione, l’abitudine di consumare prodotti a base di pinne di squalo per motivi celebrativi o salutistici rimane diffusa in molte parti dell’Asia. Questa pratica contribuisce a sostenere un’industria che genera un giro d’affari di quasi 1 miliardo di dollari ed è in parte responsabile del forte calo delle popolazioni di squali. 

Nel contesto degli sforzi volti a regolamentare la pesca non sostenibile, si stanno adottando misure come la fissazione di quote di cattura sostenibili e l’implementazione di normative per regolare il commercio. Tuttavia, le pinne di squalo vengono comunemente esportate in forma essiccata e commercializzate con denominazioni generiche, senza specificare la specie di origine. Questa pratica rende complessa l’applicazione delle misure di tutela, il monitoraggio del commercio e l’attuazione di piani di gestione della conservazione. 

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SEAFOOD DNA VALIDATION: È CONCLUSO IL PROGETTO DEDICATO ALLE AZIENDE DEL SETTORE ITTICO.

Nel mese di dicembre 2022 si è concluso il progetto DNA Seafood Validation svolto in collaborazione con diverse aziende del settore ittico.

DNA Seafood Validation, nato sulla scia di DNA in filiera svoltosi nel 2019, ha l’obiettivo di valutare l’efficacia dell’identificazione genetica (DNA barcoding e mini-barcoding) sui prodotti ittici freschi e soprattutto su quelli lavorati (descrizione del progetto)

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Il DNA ambientale, un nuovo strumento per il controllo dei wet market

I wet market, tradotto dall’inglese “mercato umido”, sono mercati prevalentemente all’aperto dedicati alla vendita di beni deperibili come carne, pesce e frutta. Questi mercati sono caratterizzati dalla presenza di animali vivi, spesso detenuti in pessime condizioni e soppressi direttamente in loco durante la vendita.

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Etichettatura errata dei prodotti ittici: il caso di Singapore 

L’errata etichettatura dei prodotti è un problema crescente e riconosciuto nel settore ittico. L’aumento della richiesta, le lavorazioni che portano alla perdita delle caratteristiche morfologiche distintive delle diverse specie e una catena di approvvigionamento globale e complessa sono aspetti che possono facilitare l’insorgere di errori in tutta la filiera produttiva. 

La sostituzione, più o meno accidentale, di specie ittiche ha un forte impatto non solo dal lato economico ma anche sul fronte della salute dei consumatori.  Ad esempio tali errori possono portare al consumo accidentale di specie tossiche o contenenti elevati livelli di tossine ambientali

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Corretta etichettatura e presenza di allergeni nei prodotti a base di insetto. Il DNA può essere d’aiuto?

Nel mese di febbraio, dopo l’ok della Commissione Europea alla commercializzazione di una nuova specie, si è tornato a parlare dei novel food a base di insetto. Il grillo domestico (Acheta domesticus)  è il terzo insetto autorizzato dalla Commissione Europea dopo l’ok dato, nel 2021, alla locusta migratoria e alla tarma della farina (Tenebrio molitor).

Gli insetti, che costituiscono una fonte di proteine alternativa e un valido aiuto per ottenere  un sistema alimentare “più sostenibile”,  potranno essere consumati interi, congelati, essiccati o in polvere. 

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Carne di squalo in via di estinzione nei prodotti per animali, lo rivela il DNA

Sulle confezioni degli alimenti che acquistiamo per i nostri amici a quattro zampe spesso troviamo riportata la dicitura “con pesce”, “con pesce dell’oceano” o “con pesce bianco”, un etichettatura poco chiara e fin troppo generica che può limitare la nostra capacità di effettuare scelte consapevoli. Cosa contengono davvero questi cibi?

Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Nazionale di Singapore ha mostrato che alcuni di questi alimenti possono contenere addirittura carne di squalo, confermando quanto già rilevato nel 2019 da una studio effettuato sui prodotti venduti negli Stati Uniti. Un problema di poco conto per la salute degli animali domestici ma che influisce negativamente sullo stato e l’equilibrio degli ecosistemi marini già fortemente minacciati. 

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Seafood DNA Validation, un nuovo progetto dedicato alle aziende del settore ittico.

Sono trascorsi ormai più di due anni dalla conclusione del progetto “DNA in Filiera”, un’esperienza che ci ha permesso di testare e ottimizzare l’uso delle analisi genetiche nel settore agroalimentare, con una particolare attenzione verso la nutraceutica. 

È ora arrivato il momento di affrontare una nuova sfida”, questa volta interamente dedicato al settore ittico. 

Il nuovo progetto prende il nome di “Seafood DNA Validation” e nasce dalla necessità di  perfezionare alcune metodologie di analisi genetiche (DNA barcoding e mini-barcoding) con l’obiettivo ultimo di offrire un servizio standardizzato e strutturato alle aziende del settore ittico per il controllo della filiera produttiva.

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DNA barcoding, mini-barcoding e metabarcoding: facciamo chiarezza.

Nei nostri articoli precedenti abbiamo spesso parlato di DNA barcoding, DNA mini-barcoding e DNA metabarcoding come metodologie genetiche capaci di identificare, rintracciare o verificare la presenza di uno o più specie di, o all’interno di, un campione biologico. 

Queste tre tipologie di analisi possono essere utilizzate in diversi settori come quello agroalimentare, erboristico, cosmetico, fitofarmaceutico o per la ricerca scientifica e studi filogenetici.

Ma qual è la differenza tra queste tipologie di analisi? Quando possono essere utilizzate?

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Mercato ittico ed etichettatura errata: un’indagine rileva il problema nel 36% dei campioni analizzati.

Gli errori di etichettatura sono uno dei principali problemi che interessano il mercato ittico, non è infatti difficile imbattersi in notizie che trattano proprio di questo argomento.  

L’indagine condotta dal quotidiano britannico The Guardian, ha preso in esame 44 studi nei quali sono stati esaminati, tramite analisi genetica, un totale di 9000 prodotti ittici. Di questi il 36% risulta etichettato in modo errato. 

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