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L’utilizzo del DNA barcoding per il riconoscimento degli insetti nocivi per le coltivazioni

Il riconoscimento degli insetti parassiti in agricoltura è una questione cruciale che influisce direttamente sulla produttività e sulla sostenibilità delle coltivazioni. La difficoltà nell’identificare tempestivamente questi insetti può portare a una gestione lenta o errata degli interventi, con conseguenze negative per la salute delle piante e dei raccolti.

Inoltre, l’uso indiscriminato di pesticidi chimici rappresenta un’altra sfida significativa. Molti agricoltori, nella loro lotta contro i parassiti, devono affidarsi a questi prodotti che possono avere diversi effetti collaterali. L’uso eccessivo di pesticidi non solo può portare a resistenza da parte degli insetti, rendendo i trattamenti futuri meno efficaci, ma ha anche conseguenze importanti per l’ambiente. I pesticidi possono contaminare il suolo e le sorgenti d’acqua, compromettendo la biodiversità e la salute degli ecosistemi.

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Confronto tra metodologie di identificazione genetica: Il caso del surimi.

Il surimi è una preparazione costituita da una miscela di diverse specie di pesce al quale spesso vengono aggiunti altri ingredienti come molluschi, cefalopodi, glutammato, uova o carne di maiale. I prodotti derivati dal surimi sono commercializzati in varie forme, tra questi troviamo polpette, bastoncini, code di gambero e altro.

Il complesso processo di trasformazione del surimi e dei suoi derivati rende problematico il riconoscimento degli ingredienti contenuti, incrementando così il rischio di frodi o errori con conseguenti ripercussioni economiche o sulla salute dei consumatori. Questa situazione impedisce inoltre una gestione sostenibile delle risorse marine, facilitando il commercio di specie minacciate provenienti da attività di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.

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DNA barcoding e mini-barcoding per il controllo del carrello della spesa

Oggi le analisi del DNA hanno un ruolo cruciale nel settore agroalimentare, la loro applicazione offre un valido aiuto nel miglioramento della sicurezza, della qualità e della sostenibilità dei prodotti. 

Metodologie genetiche come il DNA barcoding o mini-barcoding sono infatti utilizzate per verificare l’identità delle specie usate nelle produzioni, per rilevare adulterazioni e contaminazioni, rintracciare prodotti allergenici o tracciare il percorso dei prodotti alimentari lungo la catena di approvvigionamento consentendo una rapida identificazione e il richiamo di prodotti contaminati o non sicuri.

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Integratori alimentari: verso una regolamentazione europea condivisa.

L’utilizzo di integratori alimentari allo scopo di migliorare e mantenere il proprio stato di salute e benessere è una pratica sempre più comune tanto che, negli ultimi anni, si è registrato un forte aumento delle vendite in tutti i Paesi europei. 

In Europa gli integratori alimentari sono soggetti al Regolamento Generale sulla Legislazione Alimentare (General Food Regulation, regolamento CE n. 178/2002). Fatta eccezione per le vitamine e i sali minerali, ad oggi non sono previsti standard condivisi riguardo alla composizione degli integratori alimentari. Alcuni Paesi europei hanno adottato un elenco di ingredienti consentiti o vietati ma per effetto della libera circolazione e delle vendite online tutti gli integratori in commercio in Europa possono essere acquistati e utilizzati in tutti i Paesi UE.

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LE ANALISI DEL DNA PER L’IDENTIFICAZIONE E LA TRACCIABILITÀ DELLA CARNE BOVINA

Nel settore alimentare la tracciabilità sta assumendo una sempre maggiore importanza, sia dal punto di vista della sicurezza e della qualità, sia per quanto riguarda la tipicità delle produzioni. 

Il settore delle carni, sempre in crescita, genera in Italia un valore di oltre 30 miliardi di euro l’anno, ricoprendo circa il 15% dell’intero risultato economico dell’industria alimentare del nostro Paese.

I controlli sulla carne bovina con il tempo si sono fatti sempre più rigidi. In Europa ad esempio è obbligatoria l’indicazione d’origine in etichetta mentre in Italia, negli ultimi 20 anni, sono stati intensificati i provvedimenti normativi con interventi come l’introduzione dell’anagrafe bovina e l’etichettatura obbligatoria della carne.

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SEAFOOD DNA VALIDATION: È CONCLUSO IL PROGETTO DEDICATO ALLE AZIENDE DEL SETTORE ITTICO.

Nel mese di dicembre 2022 si è concluso il progetto DNA Seafood Validation svolto in collaborazione con diverse aziende del settore ittico.

DNA Seafood Validation, nato sulla scia di DNA in filiera svoltosi nel 2019, ha l’obiettivo di valutare l’efficacia dell’identificazione genetica (DNA barcoding e mini-barcoding) sui prodotti ittici freschi e soprattutto su quelli lavorati (descrizione del progetto)

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Grilli e larve, arriva il via libera della Commissione Europea per la loro commercializzazione come alimenti.

Si parla nuovamente di insetti nel piatto. Questa settimana due nuove specie hanno ottenuto l’approvazione della Commissione Europea per essere commercializzate come alimenti. Rispettivamente dal 24 e dal 26 gennaio, la farina parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) e le larve di Alphitobius diaperinus (verme della farina minore) congelate, in pasta, essiccate e in polvere potranno essere vendute, consumate e utilizzate per la produzione di diversi alimenti come ad esempio pane, biscotti, prodotti da forno, salse, snack, prodotti a base di pasta, minestre e sostituti della carne. 

In passato la Commissione Europea ha già dato il via libera alla locusta migratoria e alla larva gialla della farina e, al momento, ci sono altre otto domande in lista d’attesa.

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Casi di intossicazione in provincia di Napoli, non era mandragora.

Massima allerta nel Napoletano dove, nella notte tra il 5 e il 6 ottobre, cinque persone si sono recate in ospedale accusando problemi intestinali, allucinazioni e dolori intensi dopo aver consumato un piatto di spinaci. Ad oggi le persone ricoverate sono una decina, alcune delle quali in gravi condizioni.

Inizialmente i sospetti sono ricaduti erroneamente sulla mandragora (Mandragora autumnalis), un’erba perenne della famiglia delle Solanacee (come i pomodori, le melanzane e i peperoni) originaria delle regioni mediterranee. La mandragora fiorisce in primavera e in autunno emettendo nuovi fiori e nuove foglie che possono essere scambiate per spinaci o biete. 

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Report ICQRF 2021: nonostante la pandemia, il Made in Italy alimentare è da primato. Anche le biotecnologie al servizio delle aziende per la lotta alle frodi

Oltre 60mila controlli, 955 interventi fuori dei confini nazionali e sul web a tutela delle Indicazioni Geografiche, 5,5 milioni di chilogrammi di merce sequestrata, per un valore di oltre 9 milioni di euro. Su 33.404 operatori ispezionati e 62.316 prodotti controllati, le irregolarità hanno riguardato il 15,9% degli operatori, l’11,6% dei prodotti e il 9% dei campioni analizzati. Questo è quanto emerge dal resoconto sulle attività svolte dall’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), della stagione 2021.

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Estratto di gardenia venduto come zafferano, una truffa da 3 milioni di euro.

Negli scorsi mesi la Guardia Civil ha concluso un’operazione sul territorio spagnolo che ha portato all’arresto di 11 persone con l’accusa di commercializzare estratto di gardenia etichettato come zafferano. La  frode avrebbe portato nelle casse delle tre aziende indagate oltre 3 milioni di euro di profitto.  

L’estratto di gardenia ha delle caratteristiche cromatiche molto simili a quelle dello zafferano in polvere, infatti il suo utilizzo come colorante alimentare giallo è molto diffuso. 

Il suo valore tuttavia differisce notevolmente da quello dello zafferano. Quest’ultimo è infatti un prodotto molto delicato, la raccolta deve essere quindi eseguita esclusivamente a mano, nelle prime ore del giorno e la sua fioritura dura per un brevissimo tempo. La raccolta della gardenia può essere invece effettuata  in maniera intensiva con un costo 10 volte inferiore rispetto a quella dello zafferano. 

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