La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto senza precedenti, rivoluzionando radicalmente e repentinamente, nel bene e nel male, le nostre abitudini di vita, sociali e lavorative.
Uno dei cambiamenti positivi imposti da questo periodo storico particolare è rappresentato dagli interventi di digitalizzazione richiesti alle aziende, uno sforzo che ha permesso di compiere un salto in avanti di quasi dieci anni in questo campo.
La bottarga di tonno è un’antica specialità ottenuta dall’essicazione e dalla stagionatura delle uova di pesce. Il suo nome deriva infatti dal termine arabo “batārikh” il cui significato è proprio “uova di pesce essiccate”.
La bottarga è un prodotto di alto valore la cui preparazione richiede un lungo processo di lavorazione e una stagionatura di almeno 90 giorni. Questa viene venduta fresca, essiccata o in polvere e può essere prodotta con diverse specie di tonno.
Gli alcaloidi pirrolizidinici sono metaboliti secondari, composti chimici non essenziali per la crescita e lo sviluppo della pianta, prodotti da oltre 6000 specie vegetali comunemente diffuse in natura come ad esempio: le Boraginaceae, le Asteraceae e le Fabaceae.
L’assunzione di alcaloidi pirrolizidinici può avere effetti nocivi sull’uomo. Nel 2017 l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha aggiornato su richiesta della Commissione Europea le precedenti osservazioni sulla valutazione del rischio da consumo di prodotti a base di piante produttrici di queste tossine.
La ciguatera è un’intossicazione alimentare provocata dall’ingestione di tossine, dette ciguatossine, presenti in alcuni microorganismi marini come le microalghe Gambierdicus toxicus e Ostreopsis lenticulari.
Queste entrano nella catena alimentare a seguito della loro ingestione da parte di organismi più grandi fino a trasmettere la tossina alle specie di pesce destinate al consumo umano.
Con contaminazione si intende la presenza di sostanze, più o meno nocive, all’interno di prodotti alimentari.
Tali sostanze, dette contaminanti, possono avere diversa natura: fisica, chimica, batterica, virale o ambientale.
Le contaminazioni possono interessare tutte le diverse fasi del processo produttivo, dalla selezione delle materie prime fino allo stoccaggio e alla distribuzione, e possono avere conseguenze anche gravi sulla salute umana. Per questo motivo esistono leggi, normative ed enti preposti che regolano le produzioni alimentari.
Sei anni fa, il 12 ottobre 2014, entrava in vigore il Protocollo di Nagoya, un importante strumento legislativo teso a combattere la biopirateria, sottoscritto ad oggi da oltre 100 partecipanti, tra cui l’Unione Europea e numerosi Stati Membri. Di cosa si tratta esattamente?
Princìpi
Il Protocollo di Nagoya, parte della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) riconosce agli stati nazionali la piena sovranità sulle proprie risorse genetiche (cioè animali, piante, microrganismi e le conoscenze tradizionali a questi associati) e si propone di regolarne l’accesso da parte di enti stranieri. Impone che l’utilizzo di queste risorse rispecchi il principio dell’Access and Benefit Sharing (ABS), cioè benefici equamente sia l’utilizzatore che il Paese fornitore.
Nell’ultimo decennio le analisi genetiche si sono rivelate un valido strumento di supporto per gli studi tassonomici e filogenetici volti a conoscere i processi evolutivi e alla programmazione di interventi mirati per la salvaguardia di specie a rischio di estinzione.
Grazie alle competenze acquisite nel campo delle analisi molecolari FEM2-Ambiente ha partecipato a diversi progetti e studi scientifici, collaborando con enti ed università su questi temi e non solo. Ecco alcuni esempi
La tassonomia, per quanto concerne la biologia, è la scienza che si occupa di definire e classificare gerarchicamente gli organismi sulla base delle loro caratteristiche condivise. Gli esseri viventi sono raggruppati in “taxa”, gruppi di organismi che rientrano nelle diverse categorie tassonomiche (Dominio, Regno, Filo, Classe, Ordine, Famiglia, Tribù, Genere, Specie) e ai quali i tassonomi attribuiscono un preciso nome scientifico.
Dal 1° gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo il Regolamento EU 2015/2283 in materia di novel food. La lista aggiornata dei nuovi alimenti, pubblicata dalla commissione europea, ha introdotto, tra gli altri, anche gli alimenti a base di insetti. Questa notizia nel 2018 fece molto scalpore, sollevando dubbi e perplessità da parte dei consumatori.
Il consumo di cibi a base di insetto porta con sé molti aspetti positivi. Si tratta di alimenti ricchi di proteine e micronutrienti come ferro, zinco e calcio, inoltre l’allevamento di insetti risulta essere alquanto sostenibile, contribuendo così a limitare i danni sull’ambiente. Tuttavia sono ancora aperte questioni sulla tracciabilità, la qualità e la sicurezza degli insetti commestibili. I potenziali rischi legati al consumo di insetti sono legati all’uso di pesticidi, metalli pesanti, allergeni, tossine (micotossine e tossine batteriche).
Tra le diverse tipologie di integratori quelli contenenti piante o estratti di piante (botanicals) sono tra i più apprezzati da parte dei consumatori. La loro origine vegetale li fa apparire come naturali e di conseguenza vengono percepiti come più sicuri.
Tuttavia l’origine vegetale non è necessariamente sinonimo di sicurezza. In Europa gli integratori alimentari sono riconosciuti come alimenti e, di conseguenza, sono soggetti alla normativa ad essi dedicata. La loro produzione è quindi costituita da controlli rigorosi in particolare sulla qualità delle materie prime.