La ciguatera è un’intossicazione alimentare provocata dall’ingestione di tossine, dette ciguatossine, presenti in alcuni microorganismi marini come le microalghe Gambierdicus toxicus e Ostreopsis lenticulari.
Queste entrano nella catena alimentare a seguito della loro ingestione da parte di organismi più grandi fino a trasmettere la tossina alle specie di pesce destinate al consumo umano.
Con contaminazione si intende la presenza di sostanze, più o meno nocive, all’interno di prodotti alimentari.
Tali sostanze, dette contaminanti, possono avere diversa natura: fisica, chimica, batterica, virale o ambientale.
Le contaminazioni possono interessare tutte le diverse fasi del processo produttivo, dalla selezione delle materie prime fino allo stoccaggio e alla distribuzione, e possono avere conseguenze anche gravi sulla salute umana. Per questo motivo esistono leggi, normative ed enti preposti che regolano le produzioni alimentari.
Sei anni fa, il 12 ottobre 2014, entrava in vigore il Protocollo di Nagoya, un importante strumento legislativo teso a combattere la biopirateria, sottoscritto ad oggi da oltre 100 partecipanti, tra cui l’Unione Europea e numerosi Stati Membri. Di cosa si tratta esattamente?
Princìpi
Il Protocollo di Nagoya, parte della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) riconosce agli stati nazionali la piena sovranità sulle proprie risorse genetiche (cioè animali, piante, microrganismi e le conoscenze tradizionali a questi associati) e si propone di regolarne l’accesso da parte di enti stranieri. Impone che l’utilizzo di queste risorse rispecchi il principio dell’Access and Benefit Sharing (ABS), cioè benefici equamente sia l’utilizzatore che il Paese fornitore.
Nell’ultimo decennio le analisi genetiche si sono rivelate un valido strumento di supporto per gli studi tassonomici e filogenetici volti a conoscere i processi evolutivi e alla programmazione di interventi mirati per la salvaguardia di specie a rischio di estinzione.
Grazie alle competenze acquisite nel campo delle analisi molecolari FEM2-Ambiente ha partecipato a diversi progetti e studi scientifici, collaborando con enti ed università su questi temi e non solo. Ecco alcuni esempi
La tassonomia, per quanto concerne la biologia, è la scienza che si occupa di definire e classificare gerarchicamente gli organismi sulla base delle loro caratteristiche condivise. Gli esseri viventi sono raggruppati in “taxa”, gruppi di organismi che rientrano nelle diverse categorie tassonomiche (Dominio, Regno, Filo, Classe, Ordine, Famiglia, Tribù, Genere, Specie) e ai quali i tassonomi attribuiscono un preciso nome scientifico.
Dal 1° gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo il Regolamento EU 2015/2283 in materia di novel food. La lista aggiornata dei nuovi alimenti, pubblicata dalla commissione europea, ha introdotto, tra gli altri, anche gli alimenti a base di insetti. Questa notizia nel 2018 fece molto scalpore, sollevando dubbi e perplessità da parte dei consumatori.
Il consumo di cibi a base di insetto porta con sé molti aspetti positivi. Si tratta di alimenti ricchi di proteine e micronutrienti come ferro, zinco e calcio, inoltre l’allevamento di insetti risulta essere alquanto sostenibile, contribuendo così a limitare i danni sull’ambiente. Tuttavia sono ancora aperte questioni sulla tracciabilità, la qualità e la sicurezza degli insetti commestibili. I potenziali rischi legati al consumo di insetti sono legati all’uso di pesticidi, metalli pesanti, allergeni, tossine (micotossine e tossine batteriche).
Tra le diverse tipologie di integratori quelli contenenti piante o estratti di piante (botanicals) sono tra i più apprezzati da parte dei consumatori. La loro origine vegetale li fa apparire come naturali e di conseguenza vengono percepiti come più sicuri.
Tuttavia l’origine vegetale non è necessariamente sinonimo di sicurezza. In Europa gli integratori alimentari sono riconosciuti come alimenti e, di conseguenza, sono soggetti alla normativa ad essi dedicata. La loro produzione è quindi costituita da controlli rigorosi in particolare sulla qualità delle materie prime.
Il consumatore moderno è sempre più attento alla sostenibilità e agli aspetti salutistici dei prodotti alimentari che acquista. Per questo motivo sempre più spesso sentiamo parlare di novel food, cibi funzionali, super food e integratori e sempre più frequentemente è possibile trovare queste tipologie di alimenti sugli scaffali dei supermercati.
I Novel Food
Possono essere definiti Novel Food i cibi, le tecniche di produzione, i trattamenti o le tecnologie alimentari il cui consumo o utilizzo non era diffuso o conosciuto all’interno dell’Unione Europea prima del 15 maggio 1997. In questa data entra infatti in vigore il Regolamento (CE) 258/1997 riguardante i nuovi alimenti.
La catena di approvvigionamento delle spezie è estremamente complessa, il loro lungo viaggio parte spesso da paesi lontani e passa per coltivatori, trasformatori e rivenditori prima di arrivare sulle nostre tavole.
La complessità della catena produttiva e le lavorazioni che modificano l’aspetto della materia prima possono facilitare l’insorgere di errori, volontari o meno, che influiscono sulla qualità del prodotto con danni per i consumatori sia dal punto di vista economico che salutistico.
Era l’ormai lontano 2013 quando nel Regno Unito scoppiò lo scandalo della carne di cavallo. In alcuni prodotti che dichiaravano di contenere il 100% di carne di manzo vennero trovate percentuali, anche elevate, di carne equina, di più facile reperibilità e meno pregiata sia dal punto di vista economico che nutrizionale.
Lo scandalo
fece suonare un campanello di allarme che allertò le autorità competenti e
l’opinione pubblica portando alla luce molti casi simili in tutta Europa.