Progetti mirati contro l’etichettatura errata: il caso studio dei ristoranti di sushi a Los Angeles.
L’implementazione di strategie e iniziative mirate può giocare un ruolo cruciale nel contrastare gli errori di etichettatura dei prodotti ittici?
Questa è la domanda a cui vuole rispondere lo studio condotto dai ricercatori della Loyola Marymount University di Los Angeles che si propone di monitorare, nel lungo periodo, gli effetti derivanti dalla partecipazione al progetto di sensibilizzazione Los Angeles Seafood Monitoring Project volto a risolvere le problematiche associate all’etichettatura errata nei ristoranti di sushi di Los Angeles.
La maggior parte delle ricerche offre infatti un’analisi limitata, fornendo solo un’istantanea dei tassi di etichettatura errata dei prodotti ittici in un intervallo temporale ristretto, che può variare da settimane a mesi. Questo approccio impedisce di identificare eventuali variazioni nell’etichettatura errata, influenzate da campagne di riduzione delle frodi e da eventi globali significativi, come la pandemia di COVID-19.
Per lo studio, sono stati analizzati i tassi di etichettatura errata di 17 tipologie di pesce per sushi comunemente vendute e acquistate in 32 ristoranti situati a Los Angeles, California, nel periodo compreso tra il 2012 e il 2023 (non tutti i tipi di pesce erano disponibili in ogni fase di campionamento). Il campionamento è stato effettuato una o due volte la maggior parte degli anni. Tuttavia, tra dicembre 2019 e gennaio 2021, il campionamento è stato condotto ogni tre mesi per valutare l’impatto della pandemia globale di COVID-19. I campioni sono stati acquisiti direttamente dal menu dei ristoranti, sia di persona che tramite ordinazione telefonica o tramite un’app dedicata per il cibo da asporto.
I risultati indicano un tasso medio di etichettatura errata pari al 38% nel corso di 10 anni. Tuttavia, è stato osservato che l’etichettatura errata ha raggiunto il 46,8% nel periodo compreso tra il 2012 e il 2015, per poi scendere al 34,0% tra il 2018 e il 2023, in seguito al lancio del progetto di sensibilizzazione.
È importante notare che l’etichettatura errata dei frutti di mare è diminuita significativamente nei ristoranti partner che hanno adottato le raccomandazioni del Los Angeles Seafood Monitoring Project. In particolare, nei ristoranti partner, l’etichettatura errata è scesa dal 44,4% al 15,7%, mentre nei ristoranti non partner si è ridotta dal 47,1% al 40,3% nello stesso periodo.
Questo studio evidenzia l’importanza della comunicazione e della collaborazione tra le diverse parti interessate nel settore dei prodotti ittici, inclusi ristoranti, ricercatori e agenzie governative, al fine di ridurre i casi di etichettatura errata. L’implementazione di progetti di questo tipo potrebbe contribuire significativamente a minimizzare le problematiche legate all’etichettatura non corretta.
In FEM2-Ambiente, crediamo fermamente in questa visione e nella necessità di una cooperazione tra diversi enti. Nel corso del tempo, abbiamo attivamente sviluppato numerosi progetti collaborativi con aziende e siamo sempre aperti a nuove opportunità di collaborazione. Questi progetti sono stati concepiti non solo per promuovere l’uso del DNA barcoding e delle analisi genetiche, ma anche per sensibilizzare l’importanza di un adeguato controllo delle materie prime e dei processi di produzione.
Ne sono esempio:
- DNA in Filiera: progetto nato con l’obiettivo di testare l’efficacia e l’applicabilità della tecnica di identificazione genetica (DNA barcoding) nei processi produttivi delle aziende operanti in diversi settori tra cui l’ittico, l’erboristico, il nutraceutico e l’agroalimentare.
- DNA Seafood Validation: questo progetto, sviluppato sulla scia di “DNA in Filiera”, si concentra specificamente sul settore ittico, selezionato in quanto presenta diverse criticità.
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